I giovani e le politiche giovanili interessano?
14 Maggio 2014

Dal 14 al 17 maggio, a Roma, si sono riuniti 60 giovani tra i 18 e i 30 anni, per parlare insieme di politiche giovanili, attraverso un progetto di dialogo strutturato.
Il dialogo strutturato europeo è lo strumento di comunicazione bottom-up tra giovani e istituzioni, che l’Unione Europea mette a disposizione di organizzazioni e istituzioni con lo scopo di diminuirne la distanza tra queste e i giovani, coinvolgendoli direttamente nella presa di decisioni riguardanti temi che interessano loro da vicino, producendo raccomandazioni comuni su possibili strategie e azioni politiche da presentare alle Istituzioni Europee.
Grazie al programma Youth in Action (action 5.1) prima, e col nuovo Erasmus Plus (key action 3), l’Unione Europea finanzia incontri a livello locale, regionale, nazionale e transnazionale, per riunire i giovani di uno o almeno due paesi (nel caso sia transnazionale) rendendoli parte attiva nel processo di decisioni sulle politiche locali, regionali, nazionali ed europee. Le consultazioni nazionali sono organizzate due volte all’anno tramite i gruppi di lavoro nazionali, in ognuno dei 28 Paesi Membri, e si basano su cicli di lavoro di 18 mesi, divisi in tre fasi corrispondenti ai semestri di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea di ogni Stato membro. Ogni Trio di Presidenza sceglie una priorità tematica che gli Stati Membri approfondiscono, producendo concrete raccomandazioni. Gli ultimi tre cicli, da gennaio 2013 a giugno 2014, hanno riguardato la tematica dell’inclusione sociale dei giovani. In particolare: il primo ciclo, sotto la Presidenza Irlandese, si è focalizzato sul contributo dello youth work al miglioramento dell’inclusione sociale; il secondo ciclo, sotto la Presidenza Lituana, si è concentrato sulle proposte concrete contro l’esclusione sociale, in particolare sulle misure volte a includere i cosiddetti NEET, i giovani che non sono in cerca di occupazione, istruzione o formazione; il terzo ciclo, che si sta concludendo, sotto la Presidenza Greca, ha posto l’accento sula cultura e l’imprenditorialità giovanile, come strumento per promuovere l’inclusione sociale.
Il nuovo ciclo di Dialogo Strutturato inizierà il 1 luglio e verterà sul tema Youth Empowerment, e il Trio di Presidenza è affidato a Italia, Lettonia e Lussemburgo. In particolare il nostro Paese analizzerà il tema dell’Accesso ai Diritti dei Giovani.
Il progetto, intitolato “Youth Pact: missing links per un dialogo strutturato verso il 2020”, ha previsto la partecipazione di 60 ragazzi e ragazze provenienti da 16 diverse Regioni italiane, alternando momenti di incontro con i rappresentanti delle principali istituzioni europee in Italia, a momenti di lavoro di gruppo per la definizione di raccomandazioni sulle principali politiche giovanili, da inviare alle istituzioni.
L’Agenzia Intercultura e Mobilità (AIM) ha organizzato un World Café tra i partecipanti e gli esponenti delle istituzioni europee: Thierry Vissol, Alessandro Giordani, Vittorio Calaprice, Pierre Ecochard e Tomatz Koguc della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Daniel Ractliffe, Direttore dell’Ufficio di Informazione in Italia del Parlamento europeo, Emanuele Pollio della Direzione Generale per l’Unione Europea del Ministero Affari Esteri, Giovanni Corbo, Segretario Generale del Forum Nazionale dei Giovani, il Segretario Generale dell’Intergruppo gioventù del Parlamento europeo.
Durante il lavoro di gruppo, che mirava alla formalizzazione di linee guida e raccomandazioni sulle politiche giovanili, i ragazzi si sono divisi in 6 gruppi: autoimprenditorialità, diritti dei giovani, empowerment, istruzione e formazione, partecipazione e governance, salute ambiente e sport.
Le raccomandazioni uscite dal dialogo tra i ragazzi, provenienti da contesti e background differenti, ma accomunati dal condiviso interesse per la politica (intesa come interesse per la polis), sono state raccolte in un documento che sarà inviato alle principali organizzazioni e istituzioni italiane e non. Riportiamo di seguito le raccomandazioni emerse dai gruppi di lavoro Istruzione e Formazione, e Partecipazione e Governance.
Leggendo le raccomandazioni, appare chiaramente quanto le logiche dietro al lavoro dei giovani siano concrete e ancorate alla realtà, e non possiamo che porci alcuni interrogativi: i giovani sono pronti, ma gli amministratori saranno in grado di accogliere le raccomandazioni? Le Amministrazioni, da quelle locali a quelle internazionali, sono in grado di dialogare con i giovani, non solo in maniera spot come con il dialogo strutturato? Questi giovani se lo meritano.
ISTRUZIONE E FORMAZIONE
Target: 15-30 (studenti delle scuole secondarie, università e giovani nel mercato del lavoro.
Introdurre percorsi di formazione all’interno degli istituti scolastici riguardanti la presa di coscienza dei diritti e dei doveri relativi all’esercizio di una concreta cittadinanza europea.
Inoltre, al fine di aumentare e strutturare la partecipazione giovanile alle politiche giovanili e alla comunità locale e internazionale, gli istituti scolastici dovrebbero fornire strumenti necessari all’esercizio della cittadinanza attiva, come la gestione del conflitto e l’ascolto attivo, integrando metodi educativi formali e non formali. Per incentivare l’esperienza democratica all’interno degli istituti scolastici, si raccomanda la garanzia di una incisiva rappresentanza studentesca all’interno dei luoghi del sapere, e la promozione dei c.d. soft skills e degli strumenti necessari al fine della presa di co-decisioni riguardanti la didattica e l’ambiente di apprendimento.
Al fine di avvicinare gli enti locali alle istituzioni europee, si raccomanda uno studio e una messa in rete delle best practices educative (nazionali e europee) per creare sinergie e scambi di in/formazione tra le diverse comunità educanti.
Al fine di armonizzare le diverse legislazioni e piani formativi nazionali, si raccomanda una progressiva introduzione dei “livelli essenziali prestazionali” (LEP), anche per assicurare un reale libero accesso allo studio per tutti gli studenti europei, indipendentemente dalle condizioni socio-economiche di partenza, riducendo le differenze nazionali riguardanti il diritto allo studio. Inoltre si chiede l’equipollenza e la definizione univoca dei titoli di studio e delle figure professionali, anche relativamente ai livelli retributivi.
Monitoraggio in itinere centralizzato/comunitario dello svolgimento della Garanzia Giovani. Inoltre, si raccomanda di creare networking intorno ai centri per l’impiego.
Promozione di attività di formazione (finanziate dall’UE) in settori produttivi in crescita e in via di sviluppo.
Si raccomanda un incremento di fondi a livello nazionale per il Servizio Civile Nazionale, e la creazione di un documento che certifichi le competenze traversali acquisite durante il suo svolgimento, a livello europeo.
Per incentivare l’entrepreneurship, si chiede di stanziare dei fondi per i prestiti d’onore a start-up, con un unico fondo di garanzia, gestito a livello centralizzato.
PARTECIPAZIONE E GOVERNANCE
Cosa proponiamo:
Forum dei giovani: fare in modo che essi funzionino e siano operativi, ascrivendone l’operatività ed il monitoraggio nel libro bianco sulle politiche giovanili (prevedendo sanzioni in caso di mal funzionamento attraverso il principio di sussidiarietà verticale).
Bottom up nella progettazione: le realtà locali devono poter mettere in piedi/proporre progetti da implementare poi a livello dei forum regionali e nazionale, i quali si impegnano così a garantire loro supporto. Non solo associazioni, ma anche gruppi informali.
Implementare la divulgazione di programmi di scambio e mobilità nelle scuole, riconoscendo tali attività qualificanti in termini di esperienza professionale. I forum dei giovani devono farsi carico di questa fase in qualità di facilitatori.
Facilitare la creazione di sportelli sull’Europa, di forum e di altri enti legati alle istituzioni europee al fine di garantire spazi di informazione e formazione permanente sull’Europa in tutto il territorio nazionale (no geographical divide). I giovani devono avere la possibilità di partecipare anche dalle proprie realtà locali.
Monitoraggio delle attività delle istituzioni europee attraverso la diffusione di tecnologie idonee e fruibili ai livelli locali.
Forum locali dei giovani quali informatori e divulgatori, attraverso piattaforme online, di bandi e progetti europei rispetto alle amministrazioni locali, facilitando il rapporto istituzionale tra tali enti, nonchè rispetto alle associazioni, facendo rete.
Forum locali dei giovani devono diventare strumento di contatto tra cittadini, associazioni ed enti locali, implementando le strategie di dialogo strutturato a livello territoriale, attraverso piattaforme online e momenti di incontro periodici e strutturati.
A chi rivolgiamo le nostre proposte:
Associazioni già esistenti affinché intercettino risorse e ragazzi per la creazione capillare di forum;
Amministratori locali e regionali affinché facilitino e supportino la creazione di forum;
Al Forum Europeo affinché promuova una nuova identità dei forum il più possibile distaccata da influenze politiche, al fine di garantirne una maggiore indipendenza e libertà di azione.
Cosa possiamo fare noi:
Mettere in pratica la realtà dei forum a partire dal nostro territorio, facendoci promotori della creazione di forum nei nostri comuni;
Contattare il Forum Nazionale a cui sottoporre la nostra idea di forum ed intercettare con esso strumenti per la implementazione.
Fonte: Informazionesostenibile.info